mercoledì 12 giugno 2013

Checchesenedica

E' finito quest'anno scolastico e mi ci vuole ancora un bel po' per rimettere in ordine quello che è stato...

Il mio primo anno di scuola del paesello che checchesedica è un'altra cosa rispetto a quella di città... oggi è passato il sindaco per augurarci una buona estate... tanto per dirne una... una scuola dove le istituzioni si prendono cura dei cittadini fin dalla scuola dell'obbligo con piccoli grandi e significativi gesti... come venire il primo giorno di scuola per augurarci buon anno e l'ultimo per auguraci un buon riposo... un sindaco che porta di persona il pacco di carta igienica perché secondo lui c'è stato uno spreco di soldi e vuole verificare personalmente... un comune che organizza tante attività con i ragazzi a cominciare dal consiglio comunale dei ragazzi (di 4° e 5° elementare e scuole medie) con tanto di elezioni e scelta del sindaco dei ragazzi con i relativi assessori...Tutti ragazzi che lavorano in stretta collaborazione con quelli dei grandi per rendere migliore questo paesello... e chi l'aveva mai vista una cosa del genere... ma forse non l'avevo neanche immaginata...

Una scuola dove c'è aria di famiglia... una famiglia talvolta un po' sgangherata la cui caratteristica principale è la disorganizzazione e la scarsissima comunicazione... ma che importa... alla fine ciò che conta è volersi bene...

No, ancora non mi sento proprio parte integrante di questa famiglia... non perché non sia stata accolta bene... ma perchè a me ci vuole tempo nelle relazioni... e perché, talvolta, quando sento delle voci su qualcuno e poi la bella faccia mi irrigidisco... sento che non mi posso ancora fidare e non mi fido... ma in questo paese è un po' così ... le persone si conoscono fin da piccoli e conoscono le famiglie e quello che fanno e quello che facevano... insomma qui tutti sanno tutto di tutti... e non mancano aneddoti su chiunque capiti a tiro...

I bambini.... speciali... coloro i quali anche quest'anno hanno messo a nudo le mie fragilità e i miei limiti... ma in fondo i bambini sono speciali ovunque.

1 commento:

  1. Sarò che siamo il paese dei campanili, ma credo di capire il tuo stato d'animo. Anche se noi ci siamo trasferiti in una città e non in un piccolo centro, le dinamiche "di accoglienza" mi sembrano su per giù le stesse. O forse è vero che Roma è un po' un caso unico nella sua capacità di integrazione quasi casuale; quindi eravamo noi ad essere bene abituate, chissà...

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